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venerdì 20 novembre 2015

IL POTERE DEI FERMENTATI

Sin dall'antichità l’uomo si era accorto che era possibile conservare meglio il cibo e sviluppare consistenze e sapori diversi utilizzando la tecnica della fermentazione. Nelle varie culture venivano fermentati vari tipi di alimenti: in Messico si mangiava il mais, nei paesi nordici i crauti, in Giappone la soia, in Oriente il pesce, in Russia una bevanda di segale. 
In Oriente i cibi fermentati erano e sono ancora considerati una vera e propria medicina per l’organismo.
Nell'attuale alimentazione moderna questi cibi sono praticamente scomparsi, lasciando il posto ad alimenti sterilizzati e pastorizzati. 

Gli alimenti fermentati che hanno resistito negli anni e che ancora si possono trovare sulle nostre tavole sono:
vino, birra, aceto, i crauti (che non andrebbero però cotti), le olive, il pane a lievitazione naturale, lo yogurt.

Non ci avevate mai pensato prima vero? ^_^

I BENEFICI

La fermentazione, oltre a conservare i cibi, ha la caratteristica di rendere l’alimento più ricco di enzimi, di vitamine (in particolare la C e il gruppo B), antiossidanti, acido lattico e fermenti lattici vivi: i lattobacilli. 
Queste sostanze svolgono un’azione rivitalizzante sulla flora intestinale, controllano inoltre la putrefazione e la proliferazione di batteri cattivi. 
I fermenti hanno un potere disinfettante, digestivo, disintossicante, agiscono sulla microcircolazione, contribuiscono a riequilibrare alcune problematiche della pelle, sono utili in caso di infiammazioni, allergie , micosi e candidosi.
Nel nostro intestino esiste un vero e proprio esercito formato da più di 400 tipi di batteri, questi formano sulle mucose una fitta barriera che impedisce l’entrata di sostanze dannose e patogene e regolano, trasformano, sintetizzano l’assorbimento di molti nutrienti, hanno inoltre un’azione stimolante nella produzione di anticorpi.
Questo dovrebbe farci riflettere su quanto sia importante la buona salute della nostra flora batterica!

Secondo gli studiosi, gli enzimi sono la chiave per avere e mantenere una buona salute, tanto che sono ritenuti indispensabili sia per la digestione che per la cura e la prevenzione di moltissime malattie. 
Alcuni tra gli alimenti più ricchi di enzimi sono:
il kefir, lo yogurt non pastorizzato, tutti i vegetali fermentati con il sale, il miso, il tempeh, la papaya, il mango, il kombucha (una bevanda fermentata di origine cinese).

Ogni persona ha una diversa flora intestinale e la sua composizione può essere influenzata da vari fattori come stress, antibiotici, fumo, alcol, dieta ecc.. un’alimentazione che comprenda due piccole porzioni di cibi fermentati al giorno può già essere un buon modo per rendere più sano il nostro intestino. 
Un po' di verdure fermentate a fine pasto aiutano la digestione e preparano l'organismo al sonno, grazie all'azione delle potenziate vitamine del gruppo B, in particolare la B6.

SCEGLI COSA E COME

Fermentare le verdure e conservarle in una soluzione liquida migliora il loro profilo nutrizionale e come risultato finale si ottiene un prodotto più saporito, croccante e delizioso rispetto a quello di partenza.
Il kimchi e i crauti sono varianti molto diffuse, ma quasi tutte le verdure possono fermentare se immerse in un liquido, spesso unendo del sale o aggiungendo un altro prodotto per avviare il processo. 
Le verdure fermentate si conservano per molti mesi, e permettono di gustare dei tipici piatti estivi tutto l'anno.
Le migliori verdure sono quelle di stagione e al culmine della maturazione, dalla consistenza e dal sapore ottimale: quelle a chilometro zero e se possibile biologiche. 
Si può fermentare una verdura alla volta, o confezionarne diversi tipi insieme per creare una deliziosa "insalata".
Le verdure che riescono meglio a fermentare sono: barbabietole rosse, cavoli cappucci, cetrioli, cipolle, rape, zucca.
Cetrioli. I cetrioli fermentati, sottaceto, sono un ottimo punto di partenza. Si possono confezionare da soli o con cipolle, carote e peperoni sottaceto. (Attenzione a non usare i cetrioli cerati. Per vedere se hanno subito questo trattamento, raschiarli con un'unghia. Chiedere al negoziante cetrioli da conservare sottaceto.) Veri e propri tesori d'acqua che fermentati diventano un prezioso rimedio diuretico e riequilibrante.
Cavoli. I cavoli fermentati diventano aspri e croccanti. Si utilizza la qualità CAPPUCCIO da cui si ricavano i crauti. E’ molto salutare per le insufficienze epatiche, la stitichezza, per il riequilibrio della pelle grassa e dell’acne.
Rappresentano la principale fonte di vitamine per le popolazioni nordiche. I Greci ed i Romani furono i primi a fermentare i cavoli, questo alimento non mancava mai durante gli spostamenti degli eserciti. Anche sulle navi che andarono alla scoperta dell’America, ce n’erano abbondanti scorte che servivano per contrastare lo scorbuto.
I crauti sono facilmente digeribili, i fermenti lattici che contengono rendono più digeribili sia i grassi che la cellulosa, sono disinfettanti del tratto intestinale e ricchi in zolfo, calcio, fosforo, rame, iodio che li rendono rimineralizzanti e ricostituenti. Sono inoltre alcalinizzanti e depurativi. S
alutari per le insufficienze epatiche, la stitichezza, per il riequilibrio della pelle grassa e dell’acne.

Peperoni. Possono essere fermentati da soli o assieme ad altre verdure per aggiungere un po' di piccante.
Fagiolini o asparagi. Sono una gradita delizia nei mesi invernali, quando è difficile trovare il gusto fresco dell'estate.
Barbabietola rossa. La fermentazione ne aumenta le proprietà remineralizzanti e ricostituenti. Sedativa e dunque adatta per i pasti serali degli ansiosi.
Cipolle. Alimento medicina, nella versione potenziata alla fermentazione diventa uno stimolante efficace di tutte le funzioni dell'organismo. Adatto in particolare ai diabetici e agli obesi.
Zucca. Cruda è sedativa, diuretica e lassativa. Fermentata ancora di più. 
Rape. Fermentate sono un ottimo rimedio diuretico adatto alla gotta e nell'obesità. 
Consumate durante i periodi di influenza, tosse, bronchiti, accelerano la guarigione. 

Abbiamo poi:

MISO. Si trova nei negozi di alimentazione naturale o macrobiotica e nelle erboristerie. 
Può essere a base di soia, orzo (attenzione contiene glutine), riso e si prepara facendo fermentare i legumi in acqua di sorgente e sale marino integrale.  Ricco di preziose proteine vegetali, sali minerali, 
enzimi, batteri, aminoacidi e carboidrati grassi è utile nelle infezioni. 
Protettore della flora intestinale. 
Usato da millenni nei paesi dell’estremo oriente, ne facevano largo impiego gli eserciti degli antichi samurai per la capacità di produrre energia muscolare e come riequilibratore del PH del sangue.
Alimento di fondamentale importanza nelle carestie, nelle malattie e nella convalescenza. Viene utilizzato anche in persone sottoposte a radioterapia o chemioterapia non solo per ripristinare la flora intestinale, ma anche per l’azione antinfiammatoria.
L’impiego tradizionale è nella zuppa, preparata con verdure miste e piccoli quantitativi di alghe. A fine cottura viene aggiunto il miso, un cucchiaino raso per quattro persone. 
La temperatura del brodo favorisce il risveglio di enzimi e batteri, preparando lo stomaco ad una migliore digestione dei cibi. 
Il miso non deve mai bollire. Può essere usato anche per insaporire salse o condimenti. 

Lo SHOYU e il TAMARI (senza gluitne).Sono una sorta di miso liquido. Ormai dilagano un po' in tutti i supermercati (per la tamari la si trova nei negozi biologici).Il loro uso è molto versatile e possono condire tutto. Vengono realizzati facendo fermentare la soia e il grano, in acqua di sorgente e sale marino. Può essere usato anche contro la depressione e la stanchezza fisica e mentale. 

L'AMASAKE. E' la fermentazione di riso dolce, morbido e gustoso ricco di vitamine. La fermentazione scinde gli amidi del cereale in dolcissimo maltosio, ottenendo una crema che può essere consumata al naturale o allungata con acqua. 
Il TEMPEH. Trattasi di soia fermentata e poi cotta. Anch'esso lo si trova nei biologici o nei supermercati ben forniti. Ottimo sostituto meno pubblicizzato del seitan con un'alta % di proteine vegetali. MA soprattutto è senza glutine!!!

Prugne Umeboshi. Sono in realtà albicocche che vengono messe a fermentare sotto sale con foglie di shiso, da qui la tipica colorazione rossiccia che le fa denominare prugne. Vengono usate per preparare salse, condimenti e bevande.

Ottime per problemi digestivi ed intestinali, per raffreddore, febbre, per tonificare fegato, reni e polmoni, sono alcalinizzanti ed antiacido, un pezzetto di prugna anche contro la nausea. 
Nella medicina tradizionale si utilizza l’ume insieme al tè bancha per alcalinizzare velocemente l’organismo
.
Kefir. Bevanda originaria del Caucaso, ricchissima di probiotici. A differenza dello yogurt è leggermente alcolica, perché la fermentazione viene fatta non solo da fermenti, ma anche da lieviti.
Il kefir viene preparato utilizzando latte di origine animale ma si può fare anche con acqua, zucchero, limone e fichi secchi, per renderlo più piacevole, si può aggiungere latte di cocco.
Contiene vit.B 12, folati, vit.K, vit.A, vit.D, enzimi, aminoacidi, calcio, magnesio, biotina. 
Tutti questi elementi lo rendono importante per mantenere un sistema nervoso sano, per la prevenzione dell’osteoporosi e dell’aterosclerosi. 

Ottimo anche per chi soffre di colite poichè ne riduce l'infiammazione.


COME FERMENTARE "ARTIGIANALMENTE" IN CASA

Quando le verdure sono ricoperte da una soluzione liquida, i batteri naturali presenti cominciano a rompere la struttura cellulare nel processo di fermentazione. Le verdure fermentano in acqua, ma il loro gusto e la consistenza è migliore se si aggiunge il sale, che favorisce la crescita di batteri "buoni" e inibisce la crescita di batteri "cattivi.
La quantità approssimativa di sale da aggiungere è di 3 cucchiai per 2,5 chili di verdure. 
Meno sale si aggiunge più velocemente fermentano le verdure. Se si aggiunge più sale il processo è più lento.
Se non si  vuole aggiungere molto sale, si possono usare dei microrganismi  o dei lieviti per innescare la fermentazione che aiutano a sviluppare i batteri buoni e a soffocare la crescita di quelli cattivi. Si possono aggiungere ad esempio grani di kefir, o un lievito secco e ridurre la quantità di sale. Da considerare però che se usano solo dei lieviti, senza alcuna aggiunta di sale, le verdure diventeranno meno croccanti.

Per la fermentazione occorre pulire in maniera accurata le verdure scelte. 
Affettarle finemente e asciugarle poi iniziare gli strati (circa 2 cm di verdura) nel contenitore capiente scelto e metter sale per ogni strato. Continuare a riempire il contenitore, sempre con due centimetri di verdura alla volta e un pizzico di sale. 

 - E' importante scegliere dei materiali che non disperdono le sostanze e il liquido. Quelli in ceramica e vetro sono i migliori; evita quelli in metallo o plastica. - 
Durante questa operazione premere ben bene, in quanto la fermentazione deve avvenire in mancanza di ossigeno, sia per potenziare le proprietà salutari delle verdure, che quelle di sapore. 
Alla fine riempito totalmente il contenitore, mettete un peso sopra in modo da coprire tutta la superficie del recipiente.

Tenete in un locale non troppo freddo e non troppo caldo (circa 15°). 
Dopo 24 ore togliete la schiuma e mescolate bene. 
Ripetete l'operazione per al massimo 4 giorni fino a quando, non si formerà più la schiuma. 
Le verdure possono fermentare fino anche a 18 giorni. Il loro sapore cambia quindi consiglio di assaggiarle quotidianamente fino ad ottenere il gusto che vi piace o che cercate.Travasate poi in vasetti di vetro chiusi e teneteli in frigorifero. 


QUALCHE RICETTINA

CETRIOLI IN SALAMOIA
(questa è la più semplice e veloce)


cetrioli
1 cucchiaio di semi di senape
1 cucchiaino di pepe in grani
1 cucchiaio di sale dell'Himalaya
barba di finocchio 

acqua

Tagliate i cetrioli come preferite. Metteteli in un vaso e aggiungete i semi di senape, pepe,sale e il finocchietto. Massaggiate il sale fino a quando i cetrioli iniziano a rilasciare il loro liquido. Aggiungete acqua sufficiente a coprirli. Mettete un peso in modo che non salgano in superficie e poi coprite con un panno in modo che possano respirare e lasciare a temperatura ambiente per un paio di giorni. Lasciate a temperatura ambiente finché non raggiungono il sapore che più vi aggrada e poi conservate il tutto in vasetti di vetro ermetici in frigo.


GIARDINIERA MISTA

verdure miste: carote, cavolfiore, cavolo cappuccio, sedano, pomodori verdi, peperoncini verdi o rossi, topinambur, aglio, rapa bianca, etc.
un cucchiaio colmo di sale grosso (marino integrale) per ogni litro d’acqua
aglio, alloro e pepe in grani a piacere

Lavare e tagliare le verdure come si preferisce e riporle in barattoli di vetro aggiungendo a piacere aglio e aromi.  Sciogliere in una pentola il sale marino integrale per litro d'acqua e portare ad ebollizione, lasciar raffreddare e versare sulle verdure fino a ricoprirle. Chiudere con un tappo in modo non ermetico. Lasciare riposare le verdure in un ambiente ventilato, senza troppo sole per circa 10 giorni (in terrazzo in estate è perfetto), i primi 4 giorni agitare il barattolo capovolgendolo almeno una volta al giorno finché non parte la fermentazione, oppure – ancor meglio – rovesciare in un contenitore il liquido e rimetterlo nel barattolo in modo da ossigenalo. A questo punto la giardiniera è pronta! Può essere conservata in frigorifero o in un ambiente a bassa temperatura.
immagine dimostrativa della rete

martedì 17 novembre 2015

ZUCCA MARINATA

zucca Hokkaido
INGREDIENTI
(dosi per 4 persone)

1 zucca dolce (tipo hokkaido)
1 spicchio d'aglio o aglio in polvere
peperoncino
aceto di mele
olio evo
sale
menta fresca (ma va bene anche quella essiccata)



Sbucciare (in realtà operazione facoltativa perchè questo tipo di zucca ha la buccia commestibile e assai tenera, nel caso però siate sicuri esser BIO) e privare dei semi la zucca .Tagliarla a fettine sottili di circa ½ cm.
Scottare le fette per circa 5 minuti per lato sulla piastra o la griglia.

Nel frattempo preparare la marinatura mettendo in una ciotola l'olio, l'aglio in polvere (io lo preferisco a quello fresco perchè lo trovo più digeribile e meno "invadente" nell'alito; infatti non si sente nulla), il peperoncino, la menta (se fresca è bene pestarla nel mortaio e tritarla col coltello), l'aceto e il sale (meglio se marino ed integrale oppure dell'himalaya).
Mescolare ben bene ed assaggiare e nel caso correggere il gusto.
quando la zucca è ben scottata versarla creando più strati in un piatto capiente o in una teglia e versarvi sopra la marinatura avendo cura di irrorare bene ed in egual modo tutta la zucca. Volendo si può procedere anche a strati .
Lasciar riposare per mezz'ora circa e poi servire :D



Io qui l'ho proposta con un purè di rapa davvero fenomenale ( trovate la ricetta QUI ). 

BUON APPETITO

UN PURE' INSOLITO

PURE' DI RAPA BIANCA (O DAIKON)

QUI CON ZUCCA MARINATA COME DA MIA RICETTA
INGREDIENTI
(dosi per 4 porzioni)

1 daikon intero
1 patata media
1 cucchiaio di semi di sesamo
sale
pepe misto
mix di fiori essiccati (facoltativo)
paprika dolce
lievito in scaglie
olio evo
brodo vegetale

Pelare e tagliare a tocchettini il daikon e la patata e farli bollire nel brodo vegetale fino a  che si infilzeranno bene con la forchetta.
Scolare bene e aggiungere tutti gli ingredienti tranne il lievito e l'olio. Frullare bene con un mixer ad immersione ed aggiungere poi il lievito. Di nuovo mixer per un attimo per amalgamare bene tutto e poi un filo d'olio (ne basta davvero poco). Assaggiare e regolare secondo il proprio gusto.






lunedì 16 novembre 2015

PASTA (VEG)CACIO E PEPE ...YES WE CAN!

Scriveva Goethe nel suo Viaggio in Italia tra il 1813 e il 1817: «I maccheroni si cuociono per lo più semplicemente nell'acqua pura e vi si grattugia sopra del formaggio, che serve ad un tempo da grasso e da condimento».

La storia della pasta “cacio e pepe”, uno dei piatti più antichi della cucina povera romana, ma più in generale, tutta la gastronomia del Lazio,  affonda le sue radici nella tradizione popolare e rustica, entrambe legate al mondo della campagna, dell’orto e del pascolo. Le origini della pasta “cacio e pepe” sono da ricercarsi in un’area geografica che va dall'agro romano e, percorrendo gran parte del centro Italia, si spinge fino ai monti abruzzesi e umbri. 
I pastori, dovendo restare a lungo lontano da casa, riempivano le loro bisacce con pezzi di formaggio di pecora stagionato, sacchette di pepe nero in grani e una pasta essiccata che veniva preparata a mano solo con acqua, sale e farina. Questi cibi si conservavano bene anche per lunghi periodi e apportavano, soprattutto nei periodi di maggiore freddo, una notevole quantità di nutrienti: il pecorino era preferito agli altri formaggi perché si conservava più a lungo, il pepe nero produceva calore nell’organismo e la pasta era una fonte di carboidrati e calorie.
Con il passare del tempo, questa antica ricetta è diventata uno dei capisaldi dell’anima della cucina romanesca e della gastronomia italiana. Questo piatto, semplice solo in apparenza, si presenta oggi in diverse varianti sia per quanto riguarda la preparazione che per i tipi di pasta utilizzati: dagli spaghetti, ai tonnarelli (spaghetti un po' più grossi e fatti a mano) fino ai rigatoni. 

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Eccoci ad una semplice e gustosa versione VEG anche di questo altro must della nostra tradizione culinaria italiana nel mondo intero. Sì perché, se quando dici PASTA si pensa subito all'Italia, quando dici CACIO E PEPE si pensa subito a Roma.

Possibile vegan??? Ma certo che sì. 
Provare per credere diceva un motto pubblicitario di molti anni fa  :D


INGREDIENTI
(dosi per 2 porzioni)

½ tazza di anacardi, messi a bagno per min 3/4 ore (meglio se tutta la notte)
olio evo q.b. 
1 cucchiaino di pepe nero macinato fresco (meglio se in grani e pestato sul momento in un mortaio)
acqua di cottura della pasta q.b. (circa ½ tazza)
1 cucchiaio di succo di limone 
1 cucchiaino di salsa di soia (tamari per il senza glutine)

lievito in scaglie q.b.
la scorza di mezzo limone (facoltativo)

Mentre si attende la cottura della pasta (linguine,spaghetti ma anche rigatoni sono i migliori secondo la tradizione) preparare il sugo.
Scolare bene gli anacardi precedentemente ammollati e metterli nel mixer ad immersione. 
Pestare il pepe in grani e metterlo in una padella con un filo d'olio ben caldo per un paio di minuti non di più (non dobbiamo bruciarlo!). Il calore dell'olio farà sprigionare tutti gli aromi dai grani di pepe pestati. Togliere dal fuoco e scolare il pepe dall'olio.
Aggiungere ora agli anacardi l'acqua di cottura della pasta, la salsa di soia, il succo di limone e il lievito in scaglie (a occhio e secondo gusto e consistenza desiderati).
Far partire il mixer ed emulsionare con l'olio a filo fino a che il sugo non avrà la consistenza classica di una cremina.
Scolare la pasta abbastanza al dente (perché poi finirà la cottura in padella) tenendo da parte un paio di mestoli di acqua di cottura se dovesse servire.
Mettere subito la pasta in padella con la cremina ottenuta, il pepe e l'acqua di cottura solo se necessaria. Amalgamare bene il tutto e saltare in padella per un minuto o due. 
Servire in un piatto bello caldo (come da tradizione) con la scorza di limone grattugiato se vi piace.

NG (NOTAGUSTO): un buona riuscita del piatto sta nel giusto dosaggio tra acqua di cottura e cremina del sugo; quindi se mescolando gli ingredienti noterete ancora la presenza di acqua di cottura basterà aggiungere ancora un po’ di lievito alimentare e volendo olio; se al contrario la pasta vi sembrerà troppo asciutta potrete versare ancora un po’ di acqua di cottura procedendo un po’ alla volta fino a ottenere la giusta consistenza della cremina.


qui con prezzemolo e scorza di limone per una variante ^_^


lunedì 9 novembre 2015

Ragù di carote e di "brasato felice"

Il ragù è uno di quei condimenti per primi piatti che più preoccupa chi decide di intraprendere un cambio della propria dieta scegliendo un regime vegetariano o vegano.

In commercio si trovano tanti sostituti come il seitan o la soia che ne producono certamente un buon "doppione", ma personalmente mi piace sperimentare quotidianamente ciò che la natura e la mia dispensa hanno da offrire ed è raro mi deludano anche in termini di sapore.

Ecco qui uno dei primi ragù sperimentati da quando sono diventata vegan.

RAGU' DI CAROTE

qui con spaghetti di mais (senza glutine)
INGREDIENTI
(dosi per 2 porzioni)

2 belle carote grosse
1 scalogno (o cipollina intera)
1 gambo di sedano
1 bicchiere scarso di vino bianco vegan ok
olio evo
sale & pepe q.b.
½ cucchiaino di paprika dolce 
prezzemolo fresco 


Metter sul fuoco l'acqua della pasta.
Lavare, pelare e tagliare a dadini le carote, il sedano e lo scalogno.
Nel frattempo che l'acqua per la pasta raggiunge il bollore far appassire le verdure tagliate in una padella con un dito d'acqua e poi sfumare con il vino bianco. 
Regolare di sale, pepe e olio. 
Aggiungere poi un mestolo circa di acqua di cottura della pasta e far andare per una decina di minuti. 
Versare il condimento nel bicchiere del minipimer o similari e frullare le verdure grossolanamente aggiungendo paprika dolce e prezzemolo fresco. 
A cottura ultimata della pasta scolarla e saltarla in padella col ragù aggiungendo un filo d'olio evo e lievito in scaglie.
Pronto per esser servito in tavola.

VARIANTE RAGU'  "BRASATO FELICE"

Ad un paio di minuti prima di passare il condimento nel bicchiere per esser tritato col minipimer aggiungere un paio di cucchiai di salsa shoyu o tamari (per il senza glutine) e se volete un'ulteriore sferzata di sapore (ma non esagerate mi raccomando) al posto della paprika dolce usare quella affumicata ma in questo caso solo la punta di un cucchiaino da caffè.

BUON APPETITO ^_^




Primo alla zucca tartufata

qui gnocchi gluten free completamente a base di patate

INGREDIENTI:

¼ di zucca dolce (hokkaido,violina, butternut o similari)
1 cipollotto intero
1 bicchiere di vino bianco vegan ok
olio evo
sale rosa & pepe q.b.
lievito in scaglie 
1 cucchiaino di salsa tartufata (con tartufi da coltivazione 1%)

Mettere sul fuoco l'acqua per la pasta e mentre arriva a bollore preparare il sugo.
Sbucciare e lavare la zucca e tritarla finemente nel mixer. 
Fare lo stesso con la parte bianca del cipollotto, mentre il gambo verde va tagliato a striscioline fini.
Mettere in padella il trito di zucca e cipollotto con un po' di acqua e quando raggiunge il bollore ed inizia a rapprendersi aggiungere il vino e farlo sfumare.
Lasciar cuore qualche minuto e regolare di sale e pepe. 
Aggiungere un filo d'olio e amalgamare bene il tutto aggiungendo anche la salsa tartufata.
A cottura della pasta scolarla e saltarla in padella col sugo aggiungendo il lievito in scaglie. 
Servire subito.



"Scaloppine" di sedano rapa alla pizzaiola


INGREDIENTI:

1 sedano rapa
1 barattolo di pomodorini (io li preferisco al normale sugo o pelati)
1 cipolla o 1 spicchio d' aglio
olio evo
sale rosa q.b.
sale grosso marino integrale (solo per la marinatura)
succo di mezzo limone (facoltativo)
1 manciata di capperi
pepe o peperoncino q.b.
origano
3-4 foglioline di basilico fresco


Prendete un sedano rapa, lavatelo ben bene con la spazzolina e se è bio o del contadino di fiducia lasciateci la buccia almeno in parte.
Tagliatelo a fettine spesse meno di 1 cm e lasciatelo marinare in olio evo, succo di limone (facoltativo) e sale grosso (di questo ne pasta poco).
Massaggiate le fette un po' con le mani e fate riposare per almeno mezz'ora.
Prendete una padella antiaderente ed adagiatevi le fettine di sedano rapa con un filo d'olio evo, un po' di cipolla o aglio (a seconda dei gusti), origano, sale rosa, pepe o peperoncino (sempre a seconda dei gusti) e qualche cappero tritato. Lasciate rosolare da ambo i lati per qualche minuto e poi aggiungete della passata di pomodoro. Regolate nuovamente di olio,sale e aromi se necessario e fate cuocere a fuoco basso fino a che il sugo non rapprende ben bene.
In ultimo aggiungere qualche fogliolina di basilico.

NG (NOTAGUSTO): Volendo potete panare le fettine di sedano rapa dopo la marinatura prima di passarle in padella con farina di mais fioretto (senza glutine) che rimane bella croccante. Panatele almeno 2/3 volte. Essendo le fettine già bagnate dalla marinatura non occorre altro perchè la panatura di mais si attacchi bene.